Appello fuori tempo massimo, Turris ad un passo dalla tragedia: se Capriola non paga, è morte sicura!
Per la Turris il destino sembra già irrimediabilmente segnato. A pochi giorni dalla cruciale scadenza del 16 dicembre, il club è travolto da una delle peggiori crisi della sua storia. Vecchie e nuove pendenze debitorie gravano come una zavorra insostenibile: si parla di una cifra complessiva di circa 570 mila euro da saldare entro lunedì per evitare la radiazione. Una montagna che appare insormontabile, soprattutto alla luce di una società che ha dimostrato più volte di essere totalmente inadeguata a fronteggiare anche la sola gestione ordinaria del club.
Appelli disperati e promesse vane. Nelle ultime ore, il massimo dirigente, Ettore Capriola, ha lanciato un appello pubblico, che ha avuto il sapore di un maldestro e disperato tentativo di raddrizzare una barca alla deriva più totale: “Siamo disponibili a incontrare immediatamente Antonio Colantonio e tutti gli eventuali altri imprenditori interessati ad aiutare concretamente la Turris”. Questo invito, però, suona ormai come una richiesta fuori tempo massimo. Dopo settimane di promesse su presunti soci pronti a garantire le risorse necessarie, la realtà dei fatti ora appare ben diversa. Proprio il millantare svolte imminenti e puntualmente disattese ha fatto perdere tempo prezioso per interventi risolutori ed ora non sembrano esserci più margini tecnici per dare modo a ad altri potenziali investitori di intervenire in extremis, soprattutto per operazioni così complesse.
Che si tratti di Colantonio o di altri imprenditori, adesso nessuno metterebbe una somma così considerevole "a scatola chiusa". Mancano infatti le basi per un cambio societario rapido e trasparente, e soprattutto manca la fiducia nella gestione attuale, già macchiata da ripetuti errori e scarsa credibilità.
Capriola all'angolo: l’unica soluzione è pagare. La sola opzione praticabile, a questo punto, è che sia la proprietà attuale a saldare le imminenti scadenze. Una soluzione che dovrebbe rappresentare un atto di responsabilità da parte di Capriola, per poi eventualmente cedere il club a mani più solide e capaci. Non a caso, lo stesso Antonio Colantonio ha dichiarato con fermezza: “Capriola faccia il suo fino al 16 dicembre, poi vedremo come organizzarci. Dopo quella scadenza, sarò pronto ad intervenire in aiuto della Turris. Nel frattempo, però, che Capriola faccia il suo dovere di massimo dirigente del club”. Tuttavia, la sensazione generale è che anche questa ipotesi sia destinata a rimanere un’illusione. Non è chiaro se sia una questione di mancanza di volontà o di risorse reali da parte dell’attuale proprietà, ma il pessimismo è palpabile. L'idea che un miracolo possa ribaltare la situazione sembra ormai irrealistica.
Scenari estremi: un destino già scritto. Al momento, lo spettro della radiazione è più concreto che mai. Tuttavia, c’è anche una possibilità estrema: quella di un rimborso parziale. In questo caso, la società potrebbe sanare esclusivamente le pendenze pregresse (circa 165 mila euro legati ai contributi), lasciando scoperti i debiti più recenti. Questa soluzione eviterebbe la radiazione, ma porterebbe a una nuova maxi penalizzazione di 6 punti. Sommando questa penalità a quelle già accumulate, la squadra sarebbe comunque condannata a un’agonia prolungata, con la retrocessione e la dissoluzione probabilmente solo rimandate di qualche mese.
Pertanto, il futuro sembra già scritto. Ancor prima di scendere in campo contro il Crotone, il destino della Turris potrebbe essere già segnato. Quella che si sta materializzando non è solo una crisi economica, ma una vera e propria tragedia sportiva.