L'ULTIMO PARADOSSO - Turris: manca tutto, ma almeno c’è il “motivatore”!
In un momento storico in cui la Turris sembra non avere più nulla, emerge l'ennesimo paradosso di casa biancorossa: dal caos più assoluto sbuca fuori un presunto "motivatore". Mentre i tifosi assistono a una squadra ridotta a un manipolo di ragazzini abbandonati al loro destino, senza organico adeguato, con tecnici e giocatori in fuga, penalizzazioni in arrivo e uno stadio ormai deserto, c’è chi si preoccupa di motivare gli ultimi superstiti con urla e frasi ad effetto.
Il "mental coach", come lo chiamano i pochi presenti al Liguori o chi segue le gare in tv, è stato visto (e soprattutto sentito) durante le ultime partite interne: scale della tribuna percorse avanti e indietro e urla motivazionali a squarciagola, come ritratto da alcune clip che stanno circolando sui social (c'è chi asserisce che "carichi" la squadra anche durante la settimana). Purtroppo, però, neanche il più ispirato degli incoraggiamenti può arginare una nave che affonda, e le sconfitte continuano ad accumularsi. Perché, diciamolo, la figura del motivatore è utile in contesti organizzati e strutturati, ma qui sembra piuttosto una ciliegina su una torta, purtroppo, inesistente.
A completare il desolante quadro, il ruolo del povero Pietro Varriale, annunciato non molte settimane fa come "direttore sportivo di elevato profilo ed esperienza", ridotto nelle ultime gare a indicare i cambi dalla panchina con la lavagnetta in mano, quasi fosse un apprendista alle prime armi, dopo le dimissioni in successione prima del segretario Panariello e poi del team manager Gaglione.
Insomma, una Turris che manca di tutto, ma che può almeno vantarsi di avere il “motivatore”. L’ennesima immagine surreale di una gestione che continua a sfiorare l’assurdo, mentre il club scivola inesorabilmente verso l'oblio.