Conto alla rovescia per la Turris delle grandi scommesse: o la va o la spacca!

20.08.2024 12:43 di  Vincenzo Piergallino   vedi letture
Conto alla rovescia per la Turris delle grandi scommesse: o la va o la spacca!

Ancora pochi giorni d’attesa e poi si farà davvero sul serio. Domenica inizia il nuovo campionato e per la Turris è una sorta di anno zero, seppur dal punto di vista storico sia il suo ottantesimo: si riparte da una nuova proprietà e da un’ennesima estate calda dopo che l’era Colantonio, una delle più longeve al timone del club biancorosso, è terminata come peggio non poteva, scatenando quasi una “guerra civile” nella Torre del Greco sportiva con una tifoseria ritrovatasi spaccata ed in parte disaffezionata, ma speranzosa che il nuovo corso possa ridare linfa ed entusiasmo alla piazza, oltre ad un futuro economicamente più solido e sostenibile per il club. 

Infatti, nonostante tutto, la Turris oggi è ancora in serie C e deve fare di tutto per mantenere questa dimensione, fondamentale per il prestigio e lo sviluppo della città. Il presente e futuro dei corallini si chiama Ettore Capriola, imprenditore torrese che si affaccia per la prima volta nel mondo del calcio dopo il sorprendente e inatteso blitz di fine giugno. Figura del tutto nuova in questo palcoscenico e pertanto tutta da scoprire, ma è oggettivo che è stato l’unico a farsi concretamente avanti per rilevare il club in extremis, dopo il clamoroso passo indietro dell’ex socio di minoranza Vincenzo D’Oriano, che da settimane era stato designato come il candidato principale a prendere il posto di Colantonio.

Difatti, in sede di presentazione è stata definita da Marco Civoli, moderatore d’eccezione, “la Turris delle prime volte”, in quanto si riparte da una società alla primissima esperienza gestionale nel complesso mondo del calcio, partendo direttamente dalla serie C; da un direttore tecnico, vale a dire Riccardo Napolitano, che per la prima volta ricopre questo ruolo tra i Pro dopo un passato da talent scout e procuratore; da un tecnico, ovvero Mirko Conte, che debutta da primo allenatore dopo quasi un decennio da vice. 

Pertanto, è una Turris di “prime volte” ma anche di “grandi scommesse”, come quelle realizzate in sede di mercato, nella speranza di allestire una squadra sì competitiva ma a prezzi contenuti, emulando una prassi in realtà già abbastanza diffusa nelle categorie superiori, dove soprattutto le cosiddette mediopiccole sfruttano le moderne risorse dello scouting, basate su streaming e algoritmi, per scovare in tutto il mondo talenti ancora sconosciuti alla platea e pertanto a cifre tendenzialmente più basse rispetto alle medie del mercato nostrano. 

Ed è per questo che diversi nuovi acquisti della Turris vengono da lontano: cominciando dall’australiano Armiento, passando per i francesi Drame e Boli, finendo con lo svedese Tannor o con l’italo-tedesco Onofrietti (e potrebbe arrivare anche un olandese in avanti…), a dimostrazione che il calcio attuale non ha più segreti e confini. Ovviamente, i rischi non mancano in questo tipo di politica. Infatti, bisognerà capire se questo modus operandi, già consolidato in serie A e B, risulti altrettanto efficace anche nella nostra terza serie, dove questi ragazzi dovranno da subito ambientarsi ad un calcio e una realtà logistica, nonché linguistica, totalmente nuova.

Proprio per questo motivo, la Turris che sta nascendo sembra invocare il motto “o la va o la spacca”, senza mezze misure, con la sensazione che possa oscillare tra due grandi estremi: grande exploit o grande flop. 

Parola al campo, ma comunque Torre del Greco non ha paura. Questa città ne ha viste tante dal punto di vista sportivo ed ormai ha le spalle larghe per affrontare qualsiasi tipo di situazione, ormai consapevole che anche le pretese vanno proporzionate alla reale dimensione della piazza, senza farsi grosse illusioni. A patto che la si tratti con onestà, chiarezza e correttezza

Ingredienti fondamentali per creare un binomio vincente nel mondo del calcio, che rappresenta un unicum a differenza di altri modelli imprenditoriali, dato che le società sono sì gestite da privati ma di fatto si tratta di beni collettivi, al cui centro devono esserci sempre i tifosi, clienti e motore principale di questa forma d’intrattenimento, basata in primis sulla passione.

Un ritornello che vale la pena ripetere ciclicamente dato che, senza questo passaggio decisivo, qualsiasi progetto è destinato a fallire, come dimostra la storia di questo sport e più in particolare le recenti esperienze di casa Turris.

Buon campionato a tutti!