Turris, la speranza di inizio anno è stata già tradita. La "dolce retrocessione" non ha senso senza un vero cambio al timone...
All’inizio del nuovo anno, con il pareggio contro il Potenza, la Turris (riferito al gruppo squadra) aveva lanciato un segnale importante. I giocatori, infatti, nonostante una classifica disperata e una gestione societaria che definire inadeguata sarebbe un eufemismo, avevano dimostrato di essere ancora disposti a lottare. Quell’editoriale, dal titolo “Sussulto Turris: la squadra si è rianimata. Palla alla società, si può ancora chiudere con dignità...”, voleva essere un grido di speranza. Ma quella speranza è stata nuovamente tradita.
Il comunicato di Capriola, che sembrava segnare l’inizio di un cambio radicale nella gestione tecnica e societaria, si è rivelato l’ennesimo fuoco di paglia. Alle parole non sono seguiti i fatti, e ciò che resta è solo l’ennesimo scenario di caos e figuracce, rappresentato dai punti a continuazione...
- Organigramma dirigenziale: il tanto sbandierato nuovo organigramma resta un mistero. Nessuna comunicazione chiara, nessun volto nuovo ufficiale che abbia dato credibilità all'annuncio di inizio anno. Solo ambiguità e incertezze.
- Comunicazione assente e vergognosa: la casella della comunicazione societaria resta desolatamente vuota. La gestione dei social, tra ban indiscriminati ai tifosi e post banali, continua a essere un’offesa all’ambiente e ai sostenitori. Non si tratta solo di incompetenza, ma di un atteggiamento che dimostra una totale mancanza di rispetto verso una piazza storica e passionale come quella di Torre del Greco.
- Mercato bloccato dalla Covisoc: il mercato in entrata è congelato a causa delle irrisolte questioni amministrative, aggravate dai sopraggiunti pignoramenti. Si parla di uno sblocco atteso per la prossima settimana, ma anche in questo caso non ci sono certezze. Nonostante il coinvolgimento di figure operative legate alla vecchia gestione, tutto è paralizzato. Nel frattempo, chi può, scappa. Giocatori che ricevono offerte non esitano a lasciare una nave che sembra affondare sempre di più.
- Imbimbo a distanza: il presunto nuovo allenatore, Eduardo Imbimbo, da giorni guida la squadra a distanza. Un paradosso che riassume perfettamente l’assurdità della situazione: c’è un tecnico ma non può essere ufficializzato e di conseguenza non può sedere nemmeno in panchina. Un’immagine che certifica l’improvvisazione e l’inadeguatezza di questa gestione.
Insomma, gli auspici di inizio anno si sono mestamente naufragati. La parola “dignità” è stata calpestata. Ora, più che mai, dignità significa fare un passo indietro, ma davvero. Pur apprezzando l’impegno di chi si è riavvicinato alla Turris con l’intenzione di dare una mano, è evidente che non ci sono i mezzi né la capacità e forse nemmeno la volontà di garantire un minimo di stabilità. Continuare su questa strada significa rendersi complici della più grande catastrofe della storia del club, paragonabile soltanto all’era Pesce.
Anche la “dolce retrocessione” non ha più senso. A questo punto, anche il discorso di tenere in vita la Turris per accompagnarla dolcemente a una cessione e salvare il titolo sportivo non ha più senso. La totale inadeguatezza della proprietà rende questo scenario pericoloso, perché il rischio concreto è di ritrovarsi questi stessi dirigenti, inadatti e dannosi, anche nei dilettanti. Sarebbe un’ulteriore beffa per la città e per i tifosi, che meritano molto di più. Meglio staccare la spina ora, con coraggio e senso di responsabilità, piuttosto che trascinare questa agonia verso un futuro incerto, compromettendo ogni possibilità di risalita.