La Turris scansa la radiazione (rateizzo permettendo). Ma per essere davvero "libera" vanno risolte ambiguità, chiarendo ruoli e competenze...
La notte che ha segnato una possibile svolta per la Turris si è conclusa con un accordo tra Ettore Capriola e Antonio Colantonio per il cambio dei crediti d’imposta. Un grande “favore” di Colantonio che, a conti fatti, dovrebbe permettere alla società di racimolare la liquidità necessaria per superare l’incombente scadenza del 16 dicembre, rateizzo INPS permettendo. Tuttavia, sebbene questo accordo rappresenti una fondamentale boccata d’ossigeno, alcune ambiguità irrisolte lasciano il futuro della Turris ancora con grandi interrogativi.
Colantonio solo un “cambiatore” di crediti? Ad oggi, infatti, almeno sulla carta, la proprietà della Turris resta ufficialmente nelle mani della Sport and Leisure di Capriola, con Colantonio nelle vesti di “collaboratore” last minute. È innegabile che senza questa mossa dell’ex patron, oggi staremmo già parlando di una scomparsa infamante della Turris, ma va capito se il suo contributo è da circoscrivere a semplice scialuppa di salvataggio di una nave prossima al nubifragio (come già avvenuto con il cambio crediti avvenuto questa estate) o se determinerà davvero il netto cambiamento strutturale e gestionale di cui necessita il club per avere finalmente una minima stabilità, in modo da giocarsi sul campo le proprie chance di salvezza. Se il rateizzo INPS dovesse essere approvato e i 300 mila euro di liquidità, trovati grazie ai crediti, dovessero bastare per colmare il debito, da martedì 17 dicembre si aprirebbe però una nuova fase. Ed è proprio su questo che vanno subito sciolti i nodi.
Chi gestirà la Turris? Si parla, informalmente, di una gestione operativa affidata a Colantonio e al suo staff, una condizione che sembra essere stata ventilata come necessaria per il suo coinvolgimento futuro. In sostanza, Colantonio dovrebbe farsi carico delle spese ordinarie fino a fine stagione, oltre a prendersi cura della parte tecnica e sportiva. Tuttavia, su questo punto non esistono accordi scritti né dichiarazioni ufficiali, e l’ambiguità potrebbe diventare pericolosa.
La domanda che tutti si pongono è semplice: una volta salvata la barca, chi la guiderà? La gestione passerà davvero nelle mani di Colantonio, con libertà di manovra per operare sul mercato e scegliere un nuovo assetto tecnico? Oppure resterà formalmente (e di fatto) nelle mani di Capriola, che in questi mesi ha dimostrato incapacità tecnica e finanziaria, e che avrebbe confidato nei recenti incontri istituzionali di non volerne più sapere della Turris, una volta scollinata la scadenza del 16 dicembre?
Un rattoppo o una cura definitiva? In un momento così delicato, non ci si può permettere ulteriori zone d’ombra o rimpalli di responsabilità. Per rispetto dei tifosi e degli addetti ai lavori, è necessario che Capriola e Colantonio chiariscano immediatamente ruoli, responsabilità e prospettive, anche per dare credibilità all'operazione di salvataggio innescata nelle ultime ore.
L’ideale sarebbe un comunicato congiunto o una conferenza stampa pubblica, senza mezze parole, per spiegare alla piazza che cosa accadrà realmente dopo il 16 dicembre. L’operazione di salvataggio orchestrata ieri ha dato respiro alla Turris, ma senza un cambio di rotta gestionale immediato ed un investimento economico importante nel mercato di riparazione invernale, il club rischia di ritrovarsi nuovamente in gravi difficoltà. Pertanto, il tempo degli alibi e delle ambiguità è finito. In caso contrario, il bubbone del dissesto sarà destinato a riesplodere nel giro di pochi mesi.