RIBALTONE TUTT'ALTRO CHE IMPREVISTO - Di Michele un altro azzardo pagato a caro prezzo: ora non si può più sbagliare!
Cronaca di una sconfitta annunciata. Se la partita di Francavilla fosse un film, avrebbe sicuramente questo titolo. Un film horror, ovviamente, perché purtroppo da ridere non c’è davvero nulla. Neanche il più grande ottimista, infatti, avrebbe scommesso un centesimo su un risultato utile della Turris nell’ultima del duemilaventidue. Perché? Non c’è bisogno della zingara per indovinare. In panchina c’era un allenatore che ormai si attendeva solo di esonerare (le tempistiche repentine del comunicato ne sono una prova schiacciante). Certo, a questo si potrebbe anche aggiungere che quella che va in campo è ormai una squadra confusa, senza mordente, senza anima (se non per obiettivi personali, anche se a volte la sufficienza di alcuni elementi è tale che mi viene il dubbio anche per questi). Insomma, una squadra che ha bisogno dell’ennesimo scossone, ma questa volta fatto da una mano esperta e di polso.
Il cambio della guida tecnica andava fatto già dopo la sconfitta con il Foggia (o addirittura prima?): la scelta di puntare su Di Michele, un allenatore la cui breve esperienza precedente in Lega Pro parla di due retrocessioni, si è dimostrata un azzardo pagato a caro prezzo. Serviva un allenatore navigato che subentrasse alla guida di una nave che stava già dando preoccupanti segnali di cedimento e non di uno che, tra un "avversario che non ci ha mai tirato in porta" (detto dalla peggior difesa del campionato...) e complimenti alla squadra per prestazioni che il più delle volte avremmo davvero voluto vedere anche noi, ci portasse ad affondare in piena zona playout.
Un campionato caratterizzato da errori su errori: d’altronde, se arrivi a scegliere il quarto allenatore a fine dicembre… Al capitolo allenatore, poi, si è aggiunto un cambio di strategia sul mercato che ha fatto sfracelli: abbandonare la scelta di puntare su calciatori non da curriculum altisonante ma affamati e vogliosi di mettersi in mostra, per affidarsi a chi da curriculum ha fatto la B o “di nome” (ma non di fatto) nell’intento di “alzare l’asticella”, non ha fatto altro che propiziare calciatori che ad oggi non hanno dimostrato nulla.
Premesse preoccupanti se pensiamo che alle porte c’è la scelta di un nuovo allenatore e soprattutto un mercato che dovrà rivoltare come un calzino una squadra che, così com’è, sembra destinata alla retrocessione. Non si potrà più sbagliare, il margine di errore è zero.
Questa volta non esiste alcun “rischio calcolato”. L’azzardo non è previsto.
È il momento di salvare la Turris e la società dovrà necessariamente mettere in campo tutte le sue forze. Per rimediare ai suoi errori.