Tante certezze post Terni: questa Turris è tutta ‘nata storia...
Con la solita Turris, tornammo da Terni in lacrime dopo l’ennesima finale persa; con questa Turris, invece, torniamo da Terni con il rammarico di aver sfiorato una vittoria dal sapore di impresa. A Terni, la solita Turris avrebbe vestito i panni di vittima sacrificale sull’altare del record di vittorie della capolista, invece questa Turris è riuscita a fare da guastafeste. A Terni, subito sotto di un gol, la solita Turris si sarebbe sciolta ed avrebbe subìto la valanga umbra; invece questa Turris a Terni ha reagito, ha ribaltato il risultato, avrebbe potuto perfino allungare ad inizio secondo tempo (e a quel punto, sul 1-3, chissà…) e poi difeso il risultato con le unghie e con i denti.
Questa Turris sta provando a cambiare la storia, o forse sarebbe più giusto dire riscattare quella nefasta (a tratti scontata) che abbiamo vissuto per tanti, troppi anni. Il risultato e la prestazione del “Liberati” hanno sancito certezze.
1) La difesa a tre, al netto di errori individuali, è diventata soluzione imprescindibile. Difesa che da Terni sembra aver acquisito una freccia in più al proprio arco: Malick Lame. Schierato per sostituire l’acciaccato Di Nunzio, non lo ha fatto rimpiangere, badando al sodo senza tanti fronzoli. Una buona notizia per la Turris, che adesso sa di poter contare senza patemi su un altro difensore. Altra certezza è diventata Esempio: l’avessimo visto in un’altra squadra, sarebbe stato il classico giocatore che agli altri avremmo invidiato (a proposito di storia che cambia…). Oggi la Turris si gode pienamente un risultato del suo settore giovanile e di mister Fabiano che negli anni lo ha migliorato fino a renderlo uno di quelli “mica si era capito che era under?!”.
2) Signorelli, a centrocampo, non ruba l’occhio, ma con lui in campo la squadra gira. E gira bene, perché Franco nella posizione di interno riesce ad esprimere al meglio la sua enorme qualità in fase di costruzione e, come a Terni, in quella di inserimento.
3) Capitolo attacco: Giannone da “sottopunta”, ossia non “ingabbiato” in una posizione precisa e libero di svariare sul fronte offensivo, crea ed inventa secondo le sue eccellenti corde. E poi Pandolfi, che cresce ed impressiona di giornata in giornata: sta divorando velocemente i suoi margini di miglioramento, quel rapporto tiri in porta/gol e quella collaborazione in fase difensiva che adesso è diventata tangibile.
Questa Turris sembra essere “tutta ‘nata storia” in un calcio che è sempre più lontano dalla gente: quanto successo a Caserta dimostra che di calcio non è rimasto più nulla…