Torre di controllo, siamo in caduta libera. E lo siamo in picchiata...
Un punto nelle ultime cinque partite. Due nelle ultime sei gare. E i due pareggi sono arrivati oltre il novantesimo, alias altre due sconfitte evitate in extremis. Scontri diretti per la salvezza persi senza appello. Dire che la Turris sia in difficoltà, sarebbe riduttivo. Quell’aereo che aveva toccato l’alta quota della classifica con i suoi ventisette punti, adesso è in caduta libera. Perché le sconfitte possono arrivare, ma quello che preoccupa è il modo in cui questa squadra sta maturando i risultati, cioè l’esatto contrario di quello che faceva nel girone d’andata.
La Turris grintosa, concentrata, solida, attenta, compatta, vogliosa di affermarsi, e, certo, anche capace di attirarsi la fortuna, sembra essere uscita del tutto dai radar. In sostanza, la Turris non sa più andare oltre i propri limiti. I campanelli d’allarme sono diventati vere e proprie sirene: errori difensivi clamorosi che regalano gol agli avversari; quelle individualità che facevano la differenza, adesso la stanno facendo sì la differenza, ma in negativo; quel carattere camaleontico di squadra che riusciva a sorprendere l’avversario solo un lontano ricordo; si inizia a giocare solo dopo aver preso uno o più schiaffi; una squadra uscita indebolita dal mercato di “riparazione” forse perché non si è capito a pieno che si era reso ordinario lo straordinario.
L’impressione è che su tutti i fronti ci si è adagiati troppo su un girone d’andata che ha stupito tutti, che quel margine di vantaggio sulla zona playout ci teneva in una botte di ferro, che la salvezza fosse già in tasca, a maggior ragione dopo la nuova regola. Invece eccoci qui, con le squadre di bassa classifica che si sono rinforzate e che hanno iniziato a vincere, con le giornate che passano ed il distacco che si riduce.
Occorre una sterzata e tentare un atterraggio di emergenza, costi quel che costi. Perché l’aereo sta cadendo giù in picchiata e lo schianto sarebbe fatale.