TUTTO E' - Turris, Lega reputation sotto lo zero dopo le motivazioni della condanna...
Un altro oltraggio all’ottantesimo compleanno corallino è scritto nelle motivazioni con cui il Tribunale Federale Nazionale ha esplicato la sentenza relativa alla condanna della Turris a 4 punti di penalizzazione e all’inibizione per l’amministratore Piedepalumbo e il dirigente Giardino e che ha invece prosciolto il sindaco unico Magliacano. Il tutto nasce, come noto, dal non aver provveduto, entro il termine del 16 ottobre scorso, al versamento delle ritenute Irpef (per un importo pari a circa 74.886 euro) e dei contributi Inps (91mila euro) relativi a stipendi erogati a tesserati ed agli accordi di incentivi all’esodo per le mensilità di luglio ed agosto 2024.
Inadempimento rispetto al quale Ciro Giardino, più stretto collaboratore di Ettore Capriola (che ha evitato qualsiasi forma di deferimento nella vicenda) aveva anche “sottoscritto e depositato presso la Covisoc una dichiarazione attestante circostanze non veridiche”. Stessa accusa che era ricaduta su Simone Magliacano, unico deferito (difeso dall’avvocato Luigi Ascione) che tuttavia ha chiesto ed ottenuto di essere ascoltato dalla Procura federale dimostrando la sua estraneità ai fatti con esibizione anche di perizia calligrafica.
In particolare, Magliacano disconosceva la sottoscrizione del documento incriminato (palese, secondo i giudici, la difformità della firma esibita dalla Turris) e depositava una memoria contenente “una serie di comunicazioni indirizzate alla Turris, alla quale faceva richiesta di documentazione attestante varie attività e adempimenti di carattere contabile e amministrativo”, precisando di non aver mai ricevuto riscontri.
La ricostruzione dei fatti che hanno invece condotto alla condanna della Turris e di Giardino fa rabbrividire, laddove venivano prima trasmessi alla Covisoc i modelli F24 predisposti il 16 ottobre per il versamento di ritenute fiscali e contributi previdenziali, producendo anche, il 21 ottobre, una “copia delle movimentazioni del conto corrente dedicato da cui si evincevano gli addebiti”, ma senza allegare le classiche quietanze di versamento.
Si arriva a dedurre, leggendo la sentenza, che siano stati prodotti file PDF riportanti addebiti di fatto mai avvenuti, in quanto i suddetti F24 venivano poi respinti (l’Agenzia delle Entrate, interrogata dalla Covisoc, riferiva che “la banca aveva respinto la richiesta di addebito sul conto corrente del contribuente”).
Non contenta, la Turris depositava in data 23 ottobre pure “quietanze di versamento” (e qui il Tribunale adopera delle mortificanti virgolette) che avrebbero attestato il pagamento, con l’Agenzia delle Entrate che invece confermava lo “scarto” dei protocolli telematici delle deleghe F24 “evidenziando altresì talune incongruenze rispetto ai modelli ricevuti tramite i propri servizi telematici”. Figuraccia colossale.
Ma non c’è limite al peggio. L’inadempimento è stato poi confermato dalla stessa Turris che, il 24 ottobre, trasmetteva alla Covisoc tracce del rifiuto di addebito degli F24 ma, soprattutto, una “nuova copia delle movimentazioni relative al conto corrente dedicato in cui non si dava evidenza degli effettivi addebiti dei richiamati modelli F24” ed una “comunicazione, senza alcuna sottoscrizione, con la quale veniva richiesto di prendere in considerazione a fini istruttori la sola documentazione trasmessa da ultimo”.
Come a dire: ci abbiamo provato. Questa è la reputazione di cui può godere oggi la Turris del corso Capriola in Federazione, in Lega Pro e presso la Covisoc. Altro che web reputation…