3 giugno 2001 - 3 giugno 2020: storia di una città sotto incantesimo
Mettiamo subito le cose in chiaro. La serie D non rappresenta un incanto, ma un incantesimo. Esatto, un incantesimo malvagio messo in piedi da una perfida strega particolarmente precisa.
La storia di questo maleficio ha inizio il 3 giugno 2001 e nessuno sa cosa sia, in quel momento, il campionato nazionale dilettanti. Forse è un miraggio, forse una leggenda. Magari una minaccia come quelle che si usano per intimorire i bambini viziati che fanno i capricci. Tricase è un gioco che si trasforma in un esperimento sociale, adesso possiamo dirlo. Un esperimento estremo sfuggito di mano. Perché con la retrocessione della Turris 2000/2001 qualcosa cambia per sempre. Così la guerra assoluta, come l’amore assoluto, lascia il mondo senza parole. Finiscono le rivalità e con gli ex nemici ci si limita a fissarsi da lontano, ricordando a malapena il passato.
Torre del Greco diventa la città dei ricordi e degli abitanti senza memoria. Praticamente una contraddizione vivente. Ed ecco che sulle macerie di una società storica come la Turris si cominciano a combattere battaglie su battaglie già combattute. Alla fine non resta un pensiero che non sia di distruggere, distruggere, distruggere. Però le stregonerie, come ogni storia che si rispetti, hanno una breccia che l’autore dimentica sempre di coprire.
Entrando, infatti, in questo passaggio strettissimo ci ritroviamo ancora al 3 di giugno, ma del 2020 (presunta data del Consiglio Federale decisivo per l'ufficialità della promozione in C), state tranquilli. E’ tutto finito. L’incantesimo è svanito, il cielo è di nuovo azzurro e la città è una enorme macchia rosso corallo. Così, per uno strano gioco del destino, se passate da Torre del Greco cercando tracce di rancore dopo 19 anni, troverete solo una gigantesca terra dei sogni china su se stessa ma piena di felicità, sotto il peso del suo blasone ritrovato. Esatto, la strega non c’è più. La Turris di Antonio Colantonio ha occupato pacificamente l’ultimo rigo di questa favola per riscriverne il finale.
E’ storia nota che, nel mondo reale, il calcio sia alle prese con questioni che richiedono riflessioni accurate e senso di responsabilità. In primis, il cammino impervio di una possibile riforma di settore, che eviti di banalizzare i sacrifici delle società e, soprattutto, che non ne brutalizzi tempi e percorsi. Nonostante questo Torre del Greco è pronta ad uscire da un incubo durato 19 lunghissimi anni, legando striscioni rossi da un palazzo all’altro.
La Turris che verrà è il sogno di un popolo con la sua idea un po’ folle, l’idea del possibile in un luogo impossibile. Una squadra per costruire ponti, per saltare i muri, per esplorare frontiere. Una Turris per non avere paura, mai più.
Ettore Troia