Il big match sospeso: cronaca di un Turris-Ostia rimasto in standby...
Riportiamo un editoriale speciale di Ettore Troia, che ha provato ad immaginare e a raccontare come sarebbe potuta finire Turris-Ostiamare, gara che si sarebbe dovuta disputare proprio quest'oggi al Liguori e che probabilmente avrebbe detto tanto sulla corsa promozione dei corallini. Una giornata che i torresi sparsi in tutto il mondo stavano aspettando ormai da mesi, sognando una gran festa, ma che il Coronavirus ha (per il momento) messo in standby, così come tanti altri aspetti della nostra vita.
Per molto tempo sembrò non accadere niente, in un mondo al rallentatore dove ogni cosa ed ogni azione impiegava il doppio del tempo per eludere il silenzio. Poi la partita cominciò, in ogni casa, in ogni cuore, nonostante l'ombra. Con lo stadio pieno del solito rituale, il tempo si fermò. Da un lato, guerrieri ed acrobati nei distinti, dall'altra parte in tribuna, filosofi, laureandi e catastrofisti. Tutti insieme per spingersi oltre il limite. Ecco la Turris che arriva in campo in un mare di voci. Si comincia che già tieni due notti insonni sulle spalle.
Partiti, state portando il tempo? E mentre Lonoce chiude la cassaforte senza dare la combinazione a nessuno, Riccio, Di Nunzio e Varchetta fanno un buco nero per buttarci gli avversari. Raffaele Fabiano, con la paletta in mano, fa posti di blocco in mezzo al campo. Giofre' ed Stefano Esempio bullizzano il record olimpionico di velocità. Daniele Franco, Domenico Aliperta, Giuseppe Palma e Daniele Forte con la lavagna nel cerchio di centrocampo insegnano la geometria e assegnano i compiti per le vacanze agli studenti ospiti. Marzio Celiento disegna cieli azzurri contro le brutture di questo mondo, Giuliano Alma finge di non essere preparato e, mentre il nemico ci casca, segna il gol del vantaggio. 1-0. Si ho capito, troppo presto.
Quanto manca? Manca il tempo di Franco Da Dalt. Lui corre, corre sempre, fino ai confini del sogno. Lo sento mettere la palla in mezzo, non occorre guardare. È per Fabio Longo, lui sa sempre come si fa. È finita davvero. Ma che succede? Qui piangono tutti. Abbiamo vinto veramente?
Fu così che i torresi sentirono il bisogno di uscire dall'ombra. E allora cominciarono a raccontare una storia. Quella di una squadra straordinaria fatta di uomini che, un bel giorno, riuscirono a raggiungere le stelle.