Turris e mercato: un nuovo patto sociale tra confine e sogno...
Così, alla fine, il varco del professionismo è attraversato. Finalmente quel confine oggetto di riflessioni lunghe un ventennio è varcato una volta per tutte. Si entra in una nuova era per gettare ponti, superare, colmare le distanze con un mondo che possiamo nuovamente toccare. La serie C, la Lega Pro, chiamatela come vi pare. Nessuno vuole voltarsi indietro, mai più.
La Turris al tempo di Colantonio taglia le reti, il filo spinato, per aprirsi un sentiero, per attraversare, saltare quel muro che ci divide dal resto del calcio professionistico. Neopromossa o meno non fa alcuna differenza. C’è solo un confine che questa società proverà a non varcare, quello della coerenza programmatica. Il messaggio lanciato al mercato in vista della campagna di rafforzamento è semplice e chiaro allo stesso tempo. Il popolo torrese è un passeggero ingombrante da guidare al di là del fiume ma il lavoro di preparazione è lo stesso del primo giorno.
Le conferme di buona parte della rosa della scorsa stagione (in un mix di esperienza e gioventù) e la ricerca di nuovi calciatori funzionali alla tradizione di una città finalmente libera dalle paure danno l’idea di ciò che potrebbe essere la Turris 2020/21. Inutile, poi, nascondere la ‘tentazione’ per il classico colpo a sensazione per incendiare l’intera tifoseria. La Turris che si converte al professionismo proverà a tenere insieme le varie anime calcistiche cittadine con un occhio fisso alle linee programmatiche mai sconfessate in questi anni. Ci sarà il giovane e l’esperto, il piccolo e il grande. Questi sono i fili che legano il cuore del percorso della società del presidente Colantonio.
Superato il confine del dilettantismo non si cercheranno scorciatoie per facili consensi da una stagione e via, il messaggio deve essere chiaro per tutti. La prima tappa, che possiamo chiamare di transizione culturale, è prendersi cura di questo patrimonio sportivo, di questo tesoro tornato finalmente in superficie. La grande missione è ricordare gli errori del passato (remoto) per creare, finalmente, un nuovo patto generazionale. Una Turris che sintetizzi i sogni degli adolescenti e dei giovani, degli adulti e degli anziani, tutto nello stesso momento. Società e tifosi insieme, ciascuno con le proprie responsabilità caricate sulle spalle. E per farlo bisogna avere una spinta nuova e positiva. Basta con la solita paura preventiva della catastrofe imminente. Abbiamo bisogno di percorrere le nuove strade che il futuro sta disegnando per noi. Poi, magari, strada facendo, ricominceremo a sognare. Anzi, statene, certi.
Ettore Troia