Nuovo giallo per la Turris. L'ex socio Di Franco batte cassa: "La nuova proprietà non ha onorato gli impegni. Già notificato l'atto di precetto..."
Dopo meno di tre mesi dall’insediamento della nuova gestione al timone della Turris, torna a tenere banco in casa corallina la questione relativa al passaggio delle quote e agli accordi con i precedenti soci. Infatti, come si apprende dalle dichiarazioni rilasciate a Il Mattino, edizione web, l’ex socio di minoranza (con diritto di prelazione) Giacomo Di Franco, ha dichiarato: “I tifosi devono sapere che gli impegni sottoscritti davanti al notaio non sono stati del tutto adempiuti da parte del signor Capriola. Personalmente aspetto ancora il saldo relativo alla cessione del mio 10%. La scadenza per il pagamento era fissata al 31 luglio”.
La cessione delle quote di Giacomo Di Franco (titolare all’epoca del 10% del pacchetto societario) è sottoposta a clausola risolutiva (che, per espressa previsione contrattuale, nell’ipotesi di mancato pagamento del saldo legittimerebbe il socio cedente a far valere la risoluzione della cessione delle proprie quote): "Ho atteso a lungo prima di intraprendere qualsiasi iniziativa per il rispetto che ho nei confronti della Turris, anche in virtù del mio impegno pregresso in società, ma dal momento che non ho avuto riscontri di nessun tipo mi sono visto costretto ad agire. Tanto che nel frattempo ho provveduto a notificare un atto di precetto”.
Lo stesso Di Franco è tornato sul 15 luglio, data clou per la cessione delle quote: “Mentre eravamo dal notaio, Capriola si affacciò al balcone e disse ai tifosi che io non volevo firmare. È la verità, in quel momento manifestai le mie perplessità su certi patti e condizioni, ma ho firmato lo stesso perché quella firma era l’unico modo per garantire un futuro alla Turris. Io ho rispettato la piazza dall’inizio alla fine della mia esperienza a Torre e sto continuando a farlo. Ma è giusto che adesso tuteli anche me stesso”.
Cos'è l'atto di precetto? In termini legali, un atto di precetto è un avviso che il creditore manda al debitore dopo che esiste già un titolo esecutivo, come ad esempio una sentenza, un decreto ingiuntivo non opposto, o un contratto notarile. Con l'atto di precetto, il creditore intima al debitore di pagare il debito entro un certo termine (generalmente 10 giorni), avvisando che in caso contrario si procederà all’esecuzione forzata (ad esempio, pignoramento dei beni). In pratica, l'atto di precetto è l'ultimo passo prima di passare all'esecuzione forzata, mentre il decreto ingiuntivo è un passaggio preliminare per ottenere un titolo esecutivo.